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L’importanza delle impronte

L’importanza paleontologica delle impronte

impronta2A prima vista, un’impronta fossile di dinosauro potrebbe sembrare un reperto di importanza secondaria, certamente meno spettacolare di quanto lo sia uno scheletro.
In realtà, però, le impronte forniscono una serie di dati molto importanti sotto diversi punti di vista.
Cerchiamo di capire quali. Le impronte sono testimonianze lasciate da animali in vita,
mentre le ossa, ovviamente, sono parti del corpo di animali morti. Ne consegue che dalle impronte si possono ricavare informazioni sul comportamento degli animali che le hanno prodotte.

Ad esempio, una serie parallela di piste di dinosauri su un’unica superficie può suggerirci che quel tipo di dinosauri viveva e si muoveva in branchi, mentre un’associazione di impronte di tipo diverso che si ritrovano spesso insieme, anche in siti diversi e lontani fra loro, può essere un indizio del fatto che i dinosauri che le hanno prodotte vivevano abitualmente nello stesso tipo di ambiente.

Il passo dei dinosauri
Le impronte ci dicono molto soprattutto sulla postura e sull’andatura dei dinosauri. Alla fine dell’Ottocento, quando grazie ai primi abbondanti ritrovamenti di scheletri ci si rese conto che alcuni dinosauri avevano le zampe anteriori troppo corte e fragili per poter essere quadrupedi, si cominciò a rappresentarli in una postura “da canguro”, con tre punti di appoggio per il loro pesante corpo: le due zampe posteriori più la coda. Questo conferiva loro un aspetto un po’ goffo, in linea con l’idea allora prevalente che questi animali fossero lenti e a sangue freddo. La colonna vertebrale inclinata li faceva apparire ancora più alti e li rendeva anche vagamente antropomorfi, a causa della stazione semieretta. I grandi dinosauri bipedi sono stati rappresentati in questo modo fin dopo la metà del Novecento, e molte pubblicazioni a carattere divulgativo ripropongono ancora oggi tale postura. I quadrupedi, poi, nelle vecchie ricostruzioni si trascinano dietro la pesante coda, a terra, come un peso morto. Lo studio delle impronte ha dimostrato che queste ricostruzioni sono errate. Tranne in casi assolutamente eccezionali, nessuna pista di dinosauro mostra la benché minima traccia della coda, che dunque non toccava terra ma veniva portata sollevata per bilanciare il peso della parte anteriore del corpo. La colonna vertebrale era orizzontale anche nei bipedi, che dunque avevano una postura non da canguro, ma più come gli uccelli, che del resto sono i diretti discendenti dei dinosauri.Impronta di dinosauro
Le impronte ci permettono, inoltre, di valutare la velocità alla quale i dinosauri abitualmente si spostavano.
È ovvio che le impronte di un animale che corre sono più distanziate di quelle di un animale che cammina lentamente. Misurando la distanza fra le impronte di una pista (pace e stride in inglese) e rappresentandola alle dimensioni del dinosauro che le ha lasciate, è dunque possibile risalire approssimativamente all’andatura dell’animale.